La Carrese di San Martino in Pensilis

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L’origine della Carrese rievoca diversi momenti storici legati alla religione e alla tradizione agricola.

La leggenda di San Martino in Pensilis narra che alcuni nobili del luogo, andati a caccia insieme, si imbatterono casualmente nelle spoglie di San Leo. Poiché ciascuno voleva portarle con sé nel proprio feudo, dopo un’accesa discussione decisero di affidarsi al volere del Santo caricando le spoglie su un carro e lasciando che gli animali le conducessero senza essere guidati. Fu così che le spoglie arrivarono a San Martino in Pensilis, nel luogo dove sorge la chiesa del paese e dove le reliquie di San Leo sono ancora conservate. Le reliquie furono oggetto di pellegrinaggi che si svolgevano su carri trainati da buoi. Con il tempo, tra i pellegrini, si diffuse l’uso di gareggiare a chi arrivasse per primo alla chiesa dove erano conservati i resti del santo e si organizzarono quindi vere e proprie gare, con la partenza dal luogo del ritrovamento e l’arrivo alla chiesa.

Oggi la competizione avviene il 30 aprile e le fazioni che gareggiano si dividono in Giovani (bianco-celeste), Giovanotti (giallo-rosso) e Giovanissimi (giallo-verde). La corsa, in questo caso, essendo caratterizzata da un percorso di 5 km, quindi più lungo rispetto agli altri paesi, è caratterizzata dal cambio dei buoi lungo il tratturo. Vince il carro che per primo attraversa l’arco che conduce al piazzale antistante alla chiesa di San Pietro apostolo, Porta San Martino.

Ogni comunità coinvolta, gli abitanti dei paesi limitrofi e tutti coloro che sono emigrati e che tornano ogni anno per l’occasione, vivono il momento della competizione con grandissimo fermento e coinvolgimento. L’emozione e la tensione per l’arrivo dell’evento è percepibile nell’aria già da vari giorni prima della competizione.