Alla scoperta delle minoranze linguistiche molisane.
Tra le colline ondulate e i borghi silenziosi del Molise, sorge un linguaggio variegato che racconta storie antiche e affascinanti.
Un viaggio tra passato e presente, dove il linguaggio diventa un ponte tra culture che si intrecciano e si fondono.
Dai dialetti molisani alle lingue minoritarie: questa piccola gemma d’Italia si presenta come un caleidoscopio linguistico. Un viaggio dove nessuno è straniero, ma un viaggiatore incantato dalla bellezza della diversità.
Un variegato e variopinto quadro di dialetti molisani attraversa l’intero territorio.
Il Molise, una regione ricca di tradizioni e diversità, custodisce un patrimonio linguistico unico che affonda le sue radici nella storia complessa e multiculturale di questa piccola gemma dell’Italia. Cadenze, termini (spesso incomprensibili anche ai “vicini di borgo”) e modi di dire sono il frutto di influenze e percorsi storici diversi che giungono ai giorni nostri fortemente influenzati da variabili come la morfologia dei territori e la connettività con le aree limitrofe.
Il patrimonio delle lingue minoritarie.
E se il dialetto, come in altri luoghi d’Italia, rappresenta un elemento fondante del patrimonio immateriale della comunità, in Molise si aggiunge un ulteriore elemento che rende il viaggio in queste terre ancor più affascinante. In un piccolo fazzoletto di terra, insistono non una ma ben due lingue minoritarie, sulle 12 riconosciute e tutelate a livello nazionale: il croato-molisano e l’albanese-molisano. Con un percorso storico tragicamente comune, l’origine di entrambe le minoranze linguistiche nel Molise è intrecciata con una storia di occupazioni, migrazioni forzate e conquiste. Queste lingue, testimoni di antiche colonizzazioni e influenze culturali, sono tutt’oggi parte integrante del patrimonio linguistico molisano contribuendo a rafforzare la bellezza e il fascino di questi luoghi.
Un viaggio linguistico nel Molise è un viaggio nel cuore pulsante di questa terra, un invito a comprendere e apprezzare la varietà che rende il Molise un luogo unico nel panorama italiano.
Tra le due, la comunità arbereshe (albanese) è sicuramente più consistente ed attiva: maggiori sono le informazioni e le testimonianze scritte sui primi insediamenti e lo sviluppo delle comunità; maggiori sono i membri che parlano l’antico idioma e, sicuramente, numerose sono le iniziative per mantenere vivo il senso di comunità.
Un bell’esempio è costituito da un sito internet che raccoglie dati ed informazioni, Mondo Arberesh
Situazione opposta invece per le minoranze croate, in fase decisamente calante. Dovuta principalmente all’esodo giovanile, il “na-nanso” è un idioma parlato da poche centinaia di persone. Un idioma che resiste grazie ai pochi giovani del posto appassionati delle proprie radici e alle tante poesie in lingua che una manciata di autori hanno deciso di scrivere per preservare le tradizioni.
Eppure, spendere una giornata in un borgo di origine albanese o croata può rappresentare un’emozione unica: un viaggio non tanto nel tempo, ma soprattutto un viaggio nello spazio. Le insegne, le scritte nei negozi, persino i documenti pubblici affissi nelle bacheche in strada, tutto ci parla di una storia antica che probabilmente solo chi ha intrapreso un viaggio oltremare può capire.
Anche questa è la bellezza del Molise: una terra in cui nessuno è straniero.