Il fenomeno del brigantaggio raccontato attraverso un modo innovativo
C’è stato un periodo, soprattutto a cavallo dell’unità d’Italia, in cui numerosi paesi del sud Italia avevano a che fare con bande di briganti che sconvolgevano la vita degli abitanti e di chi si trovava a passare in quelle zone. Roccamandolfi, comune della provincia di Isernia, è considerato “La patria dei Briganti” potendo narrare numerose vicende. Per tale motivo, da alcuni anni, è sorto il Museo del brigantaggio, un museo virtuale e multimediale dove poter rivivere storie del passato ma in chiave moderna.
Sito all’ingresso del paese, il museo presenta diverse sale tra cui una biblioteca ricchissima di documenti non solo riferiti al fenomeno del brigantaggio.
Fiore all’occhiello è la sala multimediale dove vengono proiettati filmati realizzati con una particolare tecnica in 3D. Questi ripercorrono alcune tappe del brigantaggio in paese narrando storie realmente accadute.
Un’immersione completa alla scoperta di un fenomeno di cui tanto si è parlato ma sempre in maniera molto generica potendo conoscere nomi e dare volti ai personaggi più illustri. Su tutti Sabatino Maligno, descritto come pastore di anni trenta, con forme erculee, e d’indole pacifica prima che divenne perfido poi. Fece credere al popolo che godesse della protezione del diavolo. Maligno era sordo alle preghiere e non desiderava altro che la vendetta. Chi, fino al 1843, visitando Roccamandolfi avesse guardato il campanile, avrebbe visto due gabbie con due teschi all’interno: erano quelli di Maligno e Cazzonero, altro brigante.
Per visite è necessaria la prenotazione al numero: 3276823689